Le tipologie di contributo

A partire dalla fine degli anni ’80, la Pubblica Amministrazione ha progressivamente messo a disposizione incentivi e finanziamenti per accrescere la competitività del Paese, per favorire lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e per sostenere gli investimenti in determinati comparti economici. 

Nasce così la Finanza Agevolata, un ramo della finanza aziendale che nel corso degli anni ha trovato espansione e che oggi comprende un articolato set di agevolazioni finanziarie e fiscali a sostegno di progetti in diversi ambiti: sviluppo aziendale e investimento, innovazione, ricerca e sviluppo, formazione e sicurezza, sostenibilità ambientale e sociale. 

Per perseguire tali obiettivi la Finanza Agevolata comprende incentivi di vario tipo, attingendo a fondi pubblici di origine comunitaria, nazionale e regionale erogati sotto diverse forme:

  • Contributo a Fondo Perduto: si tratta della tipologia di incentivo più frequente e conosciuta. Consiste nell’erogazione di una provvista di cui non verrà richiesta la restituzione, e pertanto rimarrà a disposizione dell’impresa quale ricavo extra-caratteristico. I contributi a fondo perduto possono essere classificati in 3 tipologie che tra loro differiscono per scopo, trattazione contabile e fiscale:
    Contributo in conto capitale: finalizzato a rendere più solido il patrimonio aziendale;
    Contributo in conto impianti: finalizzato ad agevolare l’acquisto di beni strumentali;
    Contributo in conto esercizio: è riconosciuto a fronte di costi di gestione ordinari sostenuti nell’ambito di un progetto specifico.
  • Contributo in Conto Interessi: si tratta di una forma particolare di incentivo a fronte della quota interessi di mutuo o prestito, che interviene in abbattimento/compensazione del tasso di interesse passivo dovuto; una forma particolare è il contributo in conto canone, assimilabile al conto interessi, in questo caso viene erogato a fronte di un contratto di locazione finanziaria (leasing).
  • Finanziamento Agevolato: è una tipologia di prestito di durata variabile concesso da un ente erogatore pubblico, da un istituto bancario o anche in forma ibrida da entrambi in regime di cofinanziamento; in questo caso l’agevolazione consiste nell’applicazione di un tasso particolarmente favorevole, ottenibile grazie all’intervento di un fondo pubblico dedicato. 
  • Credito di imposta: si tratta di un’agevolazione fruibile sotto forma di compensazione rispetto all’ammontare delle imposte che l’azienda è tenuta a versare.
  • Contributi in Conto Garanzia: in alcuni casi l’agevolazione consiste nell’offrire garanzie per finanziamenti a medio e lungo termine. Oppure la garanzia può essere sussidiaria, intervenendo solo a conclusione delle procedure esecutive e per la parte di sua competenza.

Ad oggi, la Finanza Agevolata è una giungla nella quale orientarsi è sempre più difficile. Le opportunità sono sì numerose, ma le informazioni che si ricevono sono spesso poco chiare, frammentate, a volte fuorvianti. 

In alcuni casi vi sono alcuni rischi, dei quali l’impresa beneficiaria deve essere a conoscenza, connessi ad esempio ad una veloce collocazione delle risorse (i cosiddetti “clickday”) oppure ad altri aspetti tecnici che richiedono approfondimenti più o meno complessi; in altri casi il ritorno economico rispetto alla complessità dell’iter è irrisorio. 

Per accedere a queste agevolazioni (e metterle in sicurezza), risulta opportuno essere adeguatamente informati ed acquisire tutte le informazioni necessarie a valutare il singolo strumento in tutti i suoi aspetti, in termini di obblighi del beneficiario, rischi connessi e convenienza economica dell’operazione nel suo complesso.

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